Il suo film più autobiografico sarà nei cinema italiani dal 24 febbraio. Belfast di Kenneth Branagh sarà senz’altro tra i competitor principali della prossima edizione degli Oscar.
Il fil rouge di Belfast è descritto con uno sguardo, quello di un bambino di nove anni che con innocenza ed eterna umanità vive gli eventi sociali (e politici) che hanno stravolto l’Irlanda del Nord per oltre 30 anni.
Il soggetto scelto da Branagh è totalmente autobiografico.
Belfast racconta infatti la sua infanzia con la sua famiglia, protestante, che ha lasciato la capitale nord irlandese nel 1969 per trasferirsi in Inghilterra durante la prima fase dei Troubles, i tragici scontri fra Irlandesi Cattolici Repubblicani e Protestanti Unionisti che hanno devastato il paese.
Il film, girato quasi interamente in bianco e nero, segue attraverso lo sguardo puro ed innocente di Buddy (il bambino protagonista), l’impatto delle tensioni crescenti a Belfast che portano le tensioni e il conflitto anche nelle strade popolari di quartiere. La situazione spinge i genitori del bambino a trasferirsi in Inghilterra. A cercare di aiutare la famiglia, l’affetto dei nonni di Buddy, che lo aiutano a comprendere ciò che sta succedendo.
“In quel periodo – rivela il cineasta – c’era chi ha avuto il coraggio di andarsene e chi ha scelto di restare ed ha trovato il modo di adattarsi a quel mondo così diverso, costantemente in tensione. Una scelta che ha richiesto un altro tipo di coraggio, cosa che oggi abbiamo probabilmente perso. In quel conflitto durato 30 anni sono morte oltre 3000 persone. Il film è dedicato a tutti loro. Da storie come questa possiamo tutti imparare e qui c’è il valore aggiunto delle straordinarie performance di questo incredibile gruppo di attori, che mettono cuore, anima e mente nel rappresentare questi personaggi”.
Tra gli elementi della storia, anche l’amore nascente del piccolo Buddy /Kenneth per la settima arte, rimanendo incantato in sala davanti al grande schermo, insieme a tutta la famiglia, di fronte a film come ‘Un milione di anni fa’ o gli effetti speciali di Mary Poppins:
“Volevo celebrare il cinema come via di fuga in quei giorni così difficili per tutti” spiega il cineasta, che dal 10 febbraio tornerà nei cinema anche come regista e protagonista, nei panni di Hercule Poirot in Assassinio sul Nilo.
Secondo Ciaran Hinds, Branagh “ha infuso tutta la sua arte e anima nella sceneggiatura di Belfast, nutrendola di memorie e verità. Questo ci ha permesso di scivolare molto dolcemente in un altro mondo e un altro tempo”.
Belfast, ha nel cast l’esordiente Jude Hill (selezionato da Branagh dopo aver provinato oltre 300 bambini, per interpretare il “suo” Buddy), Jamie Dornan, Caitriona Balfe, Judi Dench, Ciaran Hinds, Lewis McAskie,
Il film, dopo la vittoria al Toronto Film Festival, sta conquistando premi e candidature nei principali premi della stagione, dai Golden Globes agli Screen Actors Guild Awards.
E, statisticamente, va detto che ogni film vincitore del People Choice’s Award al Toronto International Film Festival nell’ultimo decennio anni è sempre stato candidato agli Academy Award nella categoria Miglior Film. Perciò Belfast di Kenneth Branagh sarà senz’altro tra i competitor principali della prossima edizione degli Oscar.