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“Il Calendimaggio non va visto, va vissuto”. Queste parole del Sindaco (neo-rieletto, ndr) Claudio Ricci, sono state l’introduzione alla presentazione del Calendimaggio di Assisi nella lista dei beni patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. Molti conoscono questa festa solo di nome, molti dicono di non averla mai vista, molti la snobbano, considerandola patrimonio di pochi appassionati assisani che ogni anno sentono l’impegno di realizzarla. E’ vero, è proprio così, il Calendimaggio è una festa “per pochi”. E’ una festa non commerciale, non svendibile, che ha conservato il suo punto di forza nella genuinità e nell’attaccamento alle tradizioni. Coloro che amano, che vivono e che fanno il Calendimaggio sono le persone che ne sanno comprendere l’intrinseco valore culturale e storico, l’importanza del legame col territorio. E queste persone sanno bene che è necessario prendersi un costume e farlo il Calendimaggio, non basta attestarsi alle transenne e sperare che qualcuno in costume passi davanti. Il Sindaco Ricci ha ribadito come questa festa sia in grado di toccare le corde dell’emozione e come lui stesso preferisca viverla non da spettatore ma da partecipante e cioè “indossando un costume”. Anche le Taverne esprimono questo spirito. Collocate negli storici locali adibiti allo scopo, i menu “contadini” e tradizionali, i classici panini con la porchetta accompagnati dal bicchiere di vino, sono i punti fermi del settore “alimentare” della festa che, anche sotto questo aspetto, ha conservato il carattere originario. L’edizione 2011 è stata riuscitissima dal punto di vista organizzativo e della messa in scena. Entrambe le parti hanno dato il massimo, è stata guerra aperta tra i De Sotto e i De Sopra, con i Mammoni mossi dalla voglia di riportarsi a casa il Palio dopo tre anni di assenza e l’ardore dei Rossi per la conquista storica del poker. Il fazzoletto nelle mani del Maestro de Campo, la notte del verdetto, era blu. Il palio è tornato a San Rufino, in una notte fredda ma piacevole, in cui la lunga attesa per la vittoria è stata accompagnata dal suono dei tamburi e dai cori delle Parti. Insomma la Parte de Sopra si è portata a casa la vittoria di Madonna Primavera, grazie alla conquista di due dei tre giochi medievali (tiro con la balestra, tiro della treggia e tiro alla fune, ndr) oltre alla conquista del palio, meritata ma che comunque era nell’aria, grazie alla preferenza dei due giurati del settore storico e dello spettacolo. La Parte de Sotto ha incassato la sconfitta con la piccola consolazione di essersi assicurata per l’ennesimo anno consecutivo la preferenza nel settore musicale, grazie alla sapiente regia del coro diretto da Gabriella Rossi. Un lavoro impeccabile, un clima perfetto, l’impegno di tutti i partecipanti e il sostegno dei tifosi dal palco hanno reso splendida questa cinquantasettesima edizione. Le uniche note negative riguardano in generale la gestione del traffico della città, essendo evidente e anche positivo il fatto che molti dei partecipanti, pur essendo residenti nel Comune di Assisi, vengono dalle frazioni limitrofe. La fruibilità della città francescana è notoriamente difficile, specialmente per chi si muove con l’auto, per evidenti motivi logistici, ma una gestione diversa, più tollerante e concepita in maniera più agevole per tutti, non potrebbe che incrementare la partecipazione alla festa.
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Galleria fotografica di Elisa Cirilli – foto in vendita presso: www.fotoarketipo.it
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