Jamboree o Nostal… song?
C’è una moda che imperversa nelle piazze più calde d’Italia o dentro ogni festa di paese: il Jamboree. Modi, usi, costumi, look e passioni che fecero la fortuna degli anni che furono. Già, parliamo sempre della storia, della ricerca nostalgica di un’emozione sicura: quello del tempo, della semplicità. La stessa moda sta tornando (o vorrebbe farlo, ndr) nel mondo delle canzoni. Chi ha capito veramente la realtà in cui stiamo vivendo, non cerca il suono che non c’era, ma una lacrima sincera. E tutto ruota attorno al cantautore, alla chitarra e ad un bicchiere di vino…
La cultura è disintegrata dai social network e dalla fretta di comunicare. Foto, pensieri ed eventi, venduti al miglior offerente. L’intelligenza tuttavia sceglie il prezzo di un sorriso e non si copre di illusioni, paga volentieri la sincerità di un errore fatto in buona fede. E mentre i giorni scorrono come una sentenza già scritta, c’è chi rimpiange la spiaggia ed un falò. Nella mente c’è il talento di chi canta e suona Battisti, De Andrè, Gaetano o Dalla. Perché poi la vita cambia per tutti, in modo diverso, ma l’unica cosa che resta è una canzone.
Allora leggo sconvolto della morte di Vasco Rossi, prima annunciata, poi smentita, poi eclissata; insomma, una bufala. C’è bisogno sempre e comunque di andare avanti, di contrattare il tempo come venditori ambulanti. E si fa fatica a leggere un libro, a chiamare un amico che non senti da un po’. Si fa fatica a crescere, c’è troppa fretta.
Allora ricordiamo. Allora ci vestiamo come eravamo ed ascoltiamo le canzoni illustrate come fossero immagini dei nostri ricordi. Si, se non possiamo andare avanti, torniamo volentieri indietro. E non lo facciamo per tristezza, semmai è una dolce nostalgia.
L’intelligenza è un percorso a ritroso, quella vera, quella emancipata, costruisce il suo futuro ricordandone il passato. Ed ecco che, qui lo dico e qui lo credo, vorrei svegliarmi domattina ed accendere la radio. Non ascoltare le solite nuove illusioni, svendute all’asta come fossero “canzoni”, ma nel silenzio dell’etere una voce calda, rassicurante. Una chitarra, un semplice giro di DO. Poi vorrei chiudere gli occhi e pensare di aver udito in anteprima la mia prossima nostalgia.
Cantautore, ovunque tu sia, non essere intonato per forza e non emulare gli astri. Fai di te quello che sei.
Poi… Ci farai sognare, liberi di crederlo tra il calore di un falò… Come fossi la nostra EMOZIONE, come fossi il nostro prossimo Jamboree.
Galleria fotografica dello Yellow Jamboree, ph. Michael Marzi
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