Carmen Consoli | l’odore della musica
Recensione Elettra Tour ’10
Il tour teatrale di Carmen Consoli prende spunto da “Elettra” , il personaggio della mitologia classica che ha ispirato il suo nuovo album. Nel concerto la cantantessa ha indagato sui diversi aspetti del mito greco e ne ha ritratto personaggi femminili inediti. Elettra diventa così un espediente per interrogarsi sui mille volti dell’amore, “materno, filiale, carnale, promiscuo, fedele e spirituale”. Alla complessità dei temi affrontati corrisponde una ricchezza di spunti artistici: sul palco non solo chitarre e batteria, ma archi e percussioni e un’attenta ricerca scenografica, di luci e costumi che hanno completato il concerto. Oltre ai pezzi tratti dal nuovo album, tra cui “Non molto lontano da qui”, la Consoli ha riproposto i suoi grandi successi come “Confusa e felice”, “Parole di Burro”, “l’ultimo Bacio” e “Fiori d’arancio”.
“…mostrare falsa, ipocrita serenità, quando le parole si ribellano.. !
favole fiumi, mari, di perplessità..
non c’è una ragione per non provare.. quello che sento.. dentro..”
Carmen Consoli – Quello che sento (Due Parole, 1996)
“Mi presentai ai provini del festival di San Remo insieme a Massimo Roccaforte (il chitarrista della band, ndr). Dietro le grandi major discografiche c’eravamo noi con la Cyclope Records, un’etichetta indipendente di Catania. Andammo al provino un po’ per gioco, per sfidare la sorte, senza la minima speranza di essere presi, tanto che Massimo (nel frattempo sotto leva militare, ndr) non chiese neanche una licenza di libera uscita. Alcuni giorni dopo ascoltarono la demo. Quando ci comunicarono l’esito, io rimasi sbalordita e lui… in caserma (non gli diedero il permesso per uscire, ndr). Passato il turno con Quello che sento andammo in studio per registrare Due Parole (l’album d’esordio, ndr). Quando mi presentai sul palco dell’Ariston cantai “Amore di plastica”. Massimo, che suona con me dal 1990, ascoltò la nostra canzone mentre montava di guardia. Lui, come tutti i ragazzi che suonano qui sul palco con me, fa parte della mia vita, della mia infanzia. Con loro ho costruito i miei sogni, ho lottato e ho messo dentro tutta la cosiddetta azione”.
Sabato 20 marzo, durante il bis del meraviglioso concerto andato in scena al Lyrick di Assisi, Carmen Consoli, tra le altre canzoni, ha eseguito “Quello che sento” e “Amore di plastica”, raccontando l’inizio della sua avventura discografica. Noi eravamo lì, mescolati tra il pubblico gremito del teatro. Dopo oltre un’ora di pura poesia canora, dopo averla vista suonare dal vivo, dopo averla “impressa” nelle corde vocali… l’abbiamo capito: talenti come lei emergono a prescindere.
La sua voce è un solco scavato dentro un’emozione, una martello appuntito che accarezza dolcemente il cuore.
Ti prende l’anima, te la strattona, ti rapisce la nostalgia ed interpreta la tua tristezza.
Lo fa così, naturalmente… Anche se non hai dolore.
Lo fa e basta perché lei è “la cantantessa”, la Donna con la “D” maiuscola.
E non serve una definizione retorica per capirlo, basta esserci.
Ed esserci ha significato tanto, almeno per noi.
“La” musica ad esempio. Ascoltando Carmen Consoli si capisce bene perché è indicata al femminile.
Le sue canzoni sono un mix di mamma, sorella, ragazza, bimba e nonna. Sensualità, dedizione, famiglia e passione. Donna.
Accompagnata da una band di classe assoluta, Carmen Consoli si è messa in evidenza anche per le sue nobili doti musicali. Vederla suonare, interpretare l’anima delle sue canzoni, è stato come rincorrersi nel tempo.
Elettra è un album tutto da scoprire ed ascoltare.
Non c’è forse il tormentone che entra dentro come “Parole di burro”, ma “Mandaci una cartolina”, dedicata al padre, è l’ennesima introspezione verso un viaggio emotivo che prima o poi coinvolge tutti.
Il resto si scrive da sé… o forse si ascolta dentro.
Come una poesia del cuore, nascosta.
Come il senso di ammirazione, velato.
Come la dedica di una vita.
Come un ricordo.
Come una Donna.
galleria fotografica di Rossano Donati
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