Morgan è Il Personaggio. La popolarità televisiva conquistata con le tre edizioni di X-Factor non “inquina” il suo straordinario talento e la sua passione assoluta per tutto ciò che è musica.
Lo abbiamo intervistato in esclusiva al Country Cafè di Bastia, il locale dove la sua presenza è ormai una splendida e gradita abitudine. È tarda notte quando giunge in viale Giontella, sono passati due minuti dal suo arrivo quando ci invita al suo tavolo per rispondere alle nostre domande.
Bentornato al Country, Morgan… terza edizione e terzo trionfo a X-Factor, stavolta con Marco Mengoni, talento di valore assoluto. Quanta soddisfazione per te?
«Grandissima soddisfazione, ma soprattutto per Marco. Vittoria meritata, prevedibile ma giusta. Una precisazione: i giudici non ci guadagnano nulla…»
È lui Il più grande talento passato per il talent-show di Raidue? Dai, sbilanciati…
«I Clusters sono stati i più grandi».
Una curiosità… Che ne sarebbe del Festival di Sanremo se un giorno arrivasse Morgan?
«Finché c’è Gianmarco Mazzi, simpaticissimo, per carità… ma non credo ci possano essere grandi cambiamenti. Mi spiego in termini matematici: premesso che negli ultimi anni Sanremo è stato così come è stato perché c’era Mazzi, se c’è Mazzi anche quest’anno, come sarà Sanremo? Non credo che ci voglia Aristotele per capire che non cambierà niente, almeno in positivo…»
Una domanda che ho sempre desiderato farti: perché fra i tanti capolavori di Fabrizio De André nel 2005 hai scelto di rifare “Non al denaro, non all’amore, né al cielo”?
«Non ho scelto, mi è stato commissionato, e io l’ho accolto con grande favore perché lo conoscevo molto bene, è uno dei miei preferiti. È stata una coincidenza di intenti: Dori Ghezzi mi ha chiesto fare qualcosa che, in fondo, avevo già in mente da anni… diciamo che è stato il destino».
…il destino che ti ha portato a cantare dal vivo le canzoni di De Andrè, e mentre molti interpreti non ci fanno bella figura, tu hai scatenato l’entusiasmo del pubblico. Cagliari, Anfiteatro Romano, 10 luglio 2005, (http://www.youtube.com/watch?v=704YHAuLQhg), la tua interpretazione di “Un giudice” è stata una meraviglia…
«Grazie, quella è stata davvero un’esperienza fantastica. Del resto considero “Non al denaro, non all’amore né al cielo” una vera e propria opera, come raramente ne possiamo trovare nel panorama della musica cosiddetta leggera. È stato questo lo spirito che mi ha condotto a costruire un vero e proprio “remake integrale” dell’opera».
Il tuo ultimo album è un lavoro di remake di pezzi italiani ed ha riscosso un ottimo successo. Cos’è cambiato musicalmente in te dai tempi dei Bluvertigo a oggi?
«Cambia sempre tutto in me, in realtà non faccio mai niente di uguale; anche per un impegno musicale importante cerco di metterci creatività e divertimento così che sia io il primo a trovarci un senso. Generalmente è difficile che mi ripeta, cambia sempre tutto intorno a noi e a volte a distanza di tempo non mi riconosco neanche… Accetto le mutazioni che mi vengono proposte dal destino, dalle imperfezioni che l’età porta con sé, e poi ci sono i vuoti di memoria, i buchi nel cervello e tutto il resto. Direi che vivere certi episodi consapevolmente è determinante dal punto di vista creativo».
Domani andiamo a fare un giro insieme e compriamo un disco… che CD mi fai comprare?
«Un CD-R, un CD vuoto nel quale metti la musica che vuoi tu… Anzi, ti direi comprati il disco che vuoi, basta che la tua sia una scelta libera dettata dalla passione, dalla conoscenza e dalla curiosità, e che lo desideri ascoltare con la stessa intensità con cui puoi desiderare sessualmente una bella donna»