Recensione e video del concerto di Mannarino all’Arena Santa Giuliana di Perugia di venerdì 21 luglio 2017 per una tappa di Apriti Cielo Tour – Evento promosso dall’Associazione Umbra Canzone e Musica d’Autore
La musica di Mannarino mi piace da morire!
Un amico tempo fa mi disse: “Nicò… Sei talmente romantico ed idealista che riusciresti a trarre un sentimento anche da un escremento”.
Fa ridere e piangere al tempo stesso, lo so.
Già, non sono un giornalista qualunque. Spesso mi lascio trasportare dalle emozioni a tal punto da non vedere più la ragione.
Ma un concerto dal vivo cos’è se non questo?
Lasciarsi andare, senza regole, senza idealizzare, senza pregiudicare, senza prevedere o programmare, poiché la musica live, secondo me, va vissuta così, senza freni: con la pelle, con l’anima e con i brividi.
Premetto, probabilmente, questa premessa è importante soltanto per me.
Perché, nonostante sia innamorato dell’amore e riesca a vedere il bicchiere mezzo pieno ovunque, questa volta sento un retrogusto diverso e non riesco proprio a tenermelo dentro.
Niente di grave, quello che di brutto c’è stato l’ho vomitato. (Ed è successo davvero! Una brutta congestione che non ha nulla a che vedere con il concerto, ndr)
Solo che io c’ero.
C’ero a Spoleto come c’ero a Terni. Non c’ero al Trasimeno Blues, ma lì c’era comunque fil rouge…
Non c’ero al Pub Kandisky, come lo stesso cantautore ha ricordato nella sua prima esperienza fuori dal raccordo anulare, ma posso comunque immaginare.
D’altronde ognuno ha le sue doti, no?
Ed è di questo che voglio parlare…
Mannarino ne ha da vendere.
Oltretutto come lui stesso ha ammesso, in questo tour è accompagnato da una band di caratura internazionale che amplifica tutto il suo immenso talento!
Le sue canzoni sono emozioni che spesso oltrepassano i limiti della programmazione che ci hanno imposto. Sono squarci nell’anima, illuminazioni. Provocazioni che sfidano la mente verso nuovi traguardi.
La sua musica coinvolge a tal punto da riuscire a trasformare un qualsiasi pezzo di legno in una forma armoniosa.
E, nella splendida location dell’Arena del Santa Giuliana di Perugia (a proposito, complimenti vivissimi all’organizzazione dell’Associazione Umbra Canzone e Musica d’Autore che ha realizzato l’evento, ndr), è stato meraviglioso vedere il pubblico cambiare pelle. Persone di tutte l’età a ballare, cantare e recitare la felicità sotto le stelle.
Apriti Cielo! Come se il concerto in sé avesse preso in prestito una porzione d’Universo e l’avesse fotografata lì, per fermare il tempo in un momento.
È stato bellissima anche l’idea di realizzare una bandiera a se stante, senza fede a cui aggrapparsi, senza un partito in cui identificarsi.
Così com’è stato emozionante vedere la risposta del pubblico che ha sventolato quei colori accogliendo il sapore della libertà.
Premesso questo, premesso tutto… Non mi è piaciuto il modo in cui l’artista ha apostrofato un fan durante la presentazione di un brano, colpevole di essere stato un po’ troppo eccentrico nel godersi la serata.
Cioè, c’era bisogno di canalizzare l’energia del pubblico contro questo “povero Cristo” che magari per essere lì in prima fila si è presentato sin dalle prime ore del tramonto?
Si poteva fare a meno, almeno secondo me.
Poi, ci sono stati altri atteggiamenti indolenti che non mi son piaciuti, ma questo fa parte solo della mia sensibilità, del mio vivere le cose da dentro.
E, siccome le parole generano ENERGIA come le canzoni, non potevo omettere queste considerazioni.
Altrimenti leggereste soltanto la parte relativa al suo talento musicale e creativo che amo incondizionatamente.
Perché, diciamocelo, in questi tempi il panorama della musica italiana ha carenza d’autori e di miti e uno come Alessandro Mannarino ha tutte le carte in regola per affermarsi nella storia.
La sua maturazione artistica è in evidente crescita e, disco dopo disco, sta dimostrando con i fatti la sua naturale evoluzione.
Quindi… Mannarino manca di umiltà? No, non ho mai detto questo.
La sua riconoscenza nei confronti dei componenti della band, ad esempio, è emersa in ogni brano ed ha messo in rilevanza il suo valore umano.
Tuttavia, forse, Mannarino ha esagerato a prendersi troppo sul serio, questa almeno è la mia opinione.
Raramente nella vita ho fatto critiche, accolgo sempre quel che viene con eccessivo entusiasmo e, come diceva quel mio amico, vedo sempre e solo il bicchiere mezzo pieno.
Però, questa volta, anziché mettermi dalla parte del microfono come spesso mi accade, sento, anzi, ho scelto di essere dall’altra parte del palco per indossare le vesti di quel fan deriso.
Non c’era bisogno, lo so.
Sono un giornalista e probabilmente dovrei attenermi a recensire soltanto la musica, la scaletta, la scenografia, la location e tutte quelle cose che fanno rima con “incredibile, meraviglioso, eccezionale.”
Però sono sincero quanto leggero.
E questi aggettivi vorrei comunque trasferirli al gran finale del concerto, quando, con la stessa veemenza di prima, Mannarino ha invitato TUTTI (non uno, ndr) a mettere via i cellulari per realizzare un ricordo indelebile: VIVERE LA VITA insieme.
Lì, ad esempio, ho sposato tutto ed ho capito che nessuno è perfetto.
Lì, in quelle parole d’autore, mi son fatto tante domande da bambino.
Per questo, solo per questo, quando oggi sono uscito di casa ho ascoltato quello che m’ha suggerito “lui”, il bambino che ho dentro.
Ed ora che l’ho scritto, sorrido.
Forse sì, sono un cretino, ma per lo meno sono vivo…
D’altronde, me l’ha insegnato proprio Mannarino!
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