Ti piace filrouge.it? Dillo su Facebook!  Twitter!  Google+

A interpretare il ruolo del protagonista de La coscienza di Zeno, lunedì 11 marzo, alle 21, al Teatro degli Illuminati di Città di Castello, è Giuseppe Pambieri, raffinato e apprezzato attore della nostra scena, diretto da uno dei maestri del teatro italiano e internazionale, Maurizio Scaparro.

Il bellissimo allestimento, che vede nel cast anche Enzo Turrin, Giancarlo Condé, Silvia Altrui, Livia Cascarano, Guenda Goria, Marta Ossoli, Antonia Renzella, Raffaele Sinkovic, Anna Paola Vellaccio, Francesco Wolf, si avvale dello storico adattamento del romanzo di Italo Svevo che Tullio Kezich realizzò nel 1964, portato sulle scene per primo da Alberto Lionello nello stesso anno, quindi da Giulio Bosetti con la regia di Egisto Marcucci nel 1987 e da Massimo Dapporto con la regia di Piero Maccarinelli nel 2002.

Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile, ma anche punto focale del particolare momento culturale della mitteleuropa tra la fine della Belle Epoque e la Prima guerra mondiale, si svolge la vicenda di Zeno Cosini, che, partendo da una seduta psicanalitica, evoca i momenti salienti della sua vita (la morte del padre, l’amore non ricambiato per una fanciulla, il matrimonio di ripiego con una sorella di lei, la rivalità con il cognato Guido – che muore suicida – la relazione extraconiugale con Carla). Fragile e inadeguato di fronte ai cambiamenti della società, pieno di tic e di nevrosi, si dichiara “malato”, ma la sua malattia è tutta di origine psicologica. Di fronte alla vita Zeno riesce però sempre a mantenere un atteggiamento ironico e distaccato (“La vita non è né brutta né bella, ma è originale”) che gli permetterà di capirla meglio e , quindi, di crescere. Pubblicato nel 1923, La coscienza di Zeno abbandona il modulo romantico ottocentesco e, come nel caso di Musil o del pirandelliano Mattia Pascal, di Joyce o di Proust, ai quali pure è stato accostato, introduce l’aspetto tutto novecentesco dell’introspezione. Dal romanzo narrato da una voce anonima ed estranea al piano della vicenda si passa a una narrazione in prima persona che non presenta gli avvenimenti nella loro successione cronologica lineare, ma inseriti in un tempo tutto soggettivo che mescola piani e distanze. Nella sua opera più conosciuta Svevo affronta un viaggio nella mente umana, un percorso nella malattia e nella cura; ci parla dell’insoddisfazione e dell’inquietudine dell’uomo che si percepisce come corpo estraneo della società, fornendo il ritratto di un’epoca e, insieme, quello di un’umanità senza tempo.

Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 19. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. È possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.

Share.

Leave A Reply