L’Uomo di Brufa, martedì 20 agosto al Giardino del Vino, lo scultore Marco Mariucci | Mostra curata da Claudia Bottini
“SCULTORI A BRUFA, LA STRADA DEL VINO E DELL’ARTE”
20 agosto 2013 – ore 18
MARTEDI’ 20 AGOSTO 2013 alle ORE 18 a BRUFA (Torgiano) presso il “Giardino del Vino”, cerimonia d’INAUGURAZIONE dell’OPERA PERMANENTE dello scultore Marco MARIUCCI curata dalla storica e critica d’arte perugina CLAUDIA BOTTINI.
CLAUDIA BOTTINI, storica e critica d’arte e autrice del testo critico del catalogo afferma: “Il perugino Marco Mariucci in questi anni è diventato famoso per la sua arte sacra: si ricorda il suo crocifisso ligneo, il Corpus Domini, presentato con successo anche in Francia e l’opera provocatoria come la monumentale Staffetta, esposta nel 2011 alla Biennale di Venezia, Padiglione Umbria. Mariucci è insegnante presso l’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Un “maestro”, non soltanto in senso creativo per il livello artistico delle sue opere ma anche in senso didattico. L’artista crede nel ruolo sociale dell’arte, alla capacità di persuasione delle immagini che commuovono. Mariucci, con i suoi temi e il suo creare, sembra nutrito di una grandezza antica, la stessa che fu espressa plasticamente dai Pisano nella decorazione della Fontana Maggiore di Perugia, opera che per la prima volta contemplò un programma enciclopedico – allegorico con temi religiosi, frammisti a simbologie politiche, agrarie e ad ammonimenti di etica civica. Con quest’opera, Mariucci, entrerà a far parte in qualche modo di questo sapere enciclopedico – allegorico del nostro patrimonio artistico, immortalato nella pietra, e sarà ricordato dalle generazioni successive”.
“L’UOMO DI BRUFA” è il titolo che l’artista ha dato all’opera che misura 4 metri e mezzo ed è in pietra serena. Sarà collocata nel “Parco delle Sculture”, collina adiacente alla chiesa parrocchiale, con vista su Assisi, città della Pace. Il contadino, scolpito in pietra serena, è colto nell’atto di ripararsi dal vento grazie al suo mantello, scende ad est verso il paese, nel ritorno a casa dopo la faticosa giornata di lavoro. La figura è completamente ammantata e come il Balzac di Rodin, l’unica parte visibile è la testa che s’innalza orgogliosa al cielo. Il mantello mima il realismo formale e indiscusso dello scultore che in quest’opera progetta, in modo quasi astratto, l’emblematica rappresentazione del lavoratore della terra che trasforma la propria prostrazione nel pane quotidiano.