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Intervista a Silvio Orlando, Il nipote di Rameau
IL NIPOTE DI RAMEAU – TRA ILLUMINISMO E ATTUALITÀ –
Molto si è detto sulle qualità anti-eroiche e anti-etiche del Nipote di Rameau. Un personaggio descritto in tutta la sua amoralità che, senza pudore, si presenta a un Diderot filosofo senza mistificazioni di sorta, attraverso una sequenza ininterrotta di pensieri tanto brutali (crudi) quanto realistici e lucidi. La dialettica messa in scena tra i due (Lui e Io) si presenta come uno specchio che riflette le contraddizioni di una società illuminista e illuminata da una parte, e ipocrita e arrivista dall’altra. Nascono così, diretti e immediati, i collegamenti con l’attualità, che dimostrano da una parte l’universalità e l’importanza dei temi studiati e trattati dal settecento francese, e dall’altra quanto in realtà la natura umana non sia poi così tanto soggetta allo scorrere del tempo, almeno per quel che riguarda alcuni dei comportamenti intrinsecamente legati alla condizione umana. In effetti, in seguito ad un’analisi più attenta, i caratteri percepiti come negativi, che sono la struttura portante della personalità del protagonista, risultano molto più diffusi di quanto non si pensi.
Che lo spettacolo colpisca nel segno ne sono testimonianze, oltre al lunghissimo applauso finale, anche e soprattutto le numerose e frequenti risate del pubblico, a dimostrazione del fatto che il regista e lo stesso Silvio Orlando (interprete eccezionale) hanno saputo mettere in scena una rappresentazione genuina e gustosa, per nulla pesante nonostante la profondità del tema trattato.
IL NIPOTE DI RAMEAU – TRA ILLUMINISMO E ATTUALITA’ –
Molto si è detto sulle qualità anti-eroiche e anti-etiche del Nipote di Rameau. Un personaggio descritto in tutta la sua amoralità che, senza pudore, si presenta a un Diderot filosofo senza mistificazioni di sorta, attraverso una sequenza ininterrotta di pensieri tanto brutali (crudi) quanto realistici e lucidi.
La dialettica messa in scena tra i due (Lui e Io) si presenta come uno specchio che riflette le contraddizioni di una società illuminista e illuminata da una parte, e ipocrita e arrivista dall’altra.
Nascono così, diretti e immediati, i collegamenti con l’attualità, che dimostrano da una parte l’universalità e l’importanza dei temi studiati e trattati dal settecento francese, e dall’altra quanto in realtà la natura umana non sia poi così tanto soggetta allo scorrere del tempo, almeno per quel che riguarda alcuni dei comportamenti intrinsecamente legati alla condizione umana.
In effetti, in seguito ad un’analisi più attenta, i caratteri percepiti come negativi, che sono la struttura portante della personalità del protagonista, risultano molto più diffusi di quanto non si pensi.
Che lo spettacolo colpisca nel segno ne sono testimonianze, oltre al lunghissimo applauso finale, anche e soprattutto le numerose e frequenti risate del pubblico, a dimostrazione del fatto che il regista e lo stesso Silvio Orlando (interprete eccezionale) hanno saputo mettere in scena una rappresentazione genuina e gustosa, per nulla pesante nonostante la profondità del tema trattato.
Dopo il successo de “Il nipote di Rameau”, la stagione di prosa del Teatro Morlacchi di Perugia prosegue con lo spettacolo “Occidente Solitario”, con Claudio Santamaria, Filippo Nigro e Nicole Murgia, in scena dal 28 novembre al 2 dicembre 2012.