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Aria di palcoscenico, polvere di stelle e magia di luci, costumi e musica… Poi parole. Volti. Gestualità. Ale & Franz vincono senza possibilità di repliche o rivincite. In TV? Hanno sbancato. Al cinema? Una rivelazione. In teatro? A dire il vero, sembra la loro casa, il luogo dove si torna dopo le fatiche della notorietà e i fasti del successo straripante. E tornando a casa, spesso emerge la parte migliore di noi stessi. Nel loro caso, il palcoscenico del Lyrick ha fatto da base alla creazione della loro genialità, di un talento assoluto che si mescola a balzi di improvvisazione e divertimento totale. Alla fine dell’intervista telefonica, Francesco ci chiede “cosa vi ha lasciato?”. La risposta è “moltissimo!”, compreso il piacere di cenare con loro al Lyrick dopo lo spettacolo, di chiacchierare fra le splendide e invitanti creazioni de “Il Cuoco innamorato” e conoscere due artisti che sono davvero ciò che sembrano quando lavorano: due che si divertono ancora a fare il mestiere che amano.
Nella vita e nel lavoro di tutti i giorni, la prima regola è il buon esempio. Perciò, come prima domanda: voi vi fate ridere?
“Assolutamente sì! Ci divertiamo tantissimo. La vita non è fatta soltanto di risate, anche se si cerca quando la si vuole, no? (ride, ndr)”
Fa più ridere lo spettacolo o la vita, fa più piangere lo spettacolo o la vita?
“Non è mai uguale, dipende proprio dai momenti. A volte fa più ridere vivere, altre volte è più divertente lo spettacolo. Non è una risposta semplice (nel frattempo ride fragorosamente, durante la nostra intervista telefonica una persona è caduta per strada, ndr). Mentre nel secondo caso i dubbi non esistono: la vita reale batte di gran lunga la fantasia.”
In “Buona la prima” avete dimostrato di essere maestri dell’improvvisazione. Sareste in grado di farlo con partner differenti?
“Non abbiamo la presunzione di essere gli unici a farlo, anzi… Noi abbiamo scelto tutte persone in grado di farlo. Senza dubbio tra di noi è più semplice, naturale. Ma non avremmo difficoltà a farlo con altri; non saremo né i primi né gli ultimi ad improvvisare…”
Teatro, televisione, cinema, spot, libri, doppiaggi. Il vostro curriculum non ha bisogno di presentazioni. Qual è il posto in cui vi trovate di più a vostro agio?
“È una domanda alla quale abbiamo risposto molte volte e ogni volta abbiamo cambiato versione! No, scherzi a parte. Ci sentiamo a nostro agio in tutto, come le penne che usano gli scrittori, per noi attori ogni canale per potersi esprimere è giusto; non abbiamo una vera e propria preferenza”.
È il momento storico, che fa prendere una decisione a riguardo?
“Per quello che riguarda il cinema ci sono momenti storici migliori rispetto ad altri, mentre per il teatro no. C’è più modo di gestire la cosa…”
Recitate insieme da oltre 15 anni, non può esserci soltanto un rapporto di lavoro! Diteci la verità, siete sposati tra di voi?
“Eh! Purtroppo oramai non possiamo più nasconderci: sì, lo siamo! (ridono, ndr)”
Alessandro in Madagascar hai doppiato la voce del Leone, Franz ha fatto la Zebra. Nella vita di tutti i giorni che animali siete?
“Non vorrei sembrare retorico – dice Alessandro – ma siamo esattamente così, io leone e lui zebra!”
Da dove nasce la vostra comicità?
“Qui il discorso è elaborato, ma molto semplice. La nostra comicità nasce da quello che ci fa ridere, dal nostro gusto. Che è quello di far ridere cercando di non offendere nessuno. Quello di trovare alternative per una risata che non ci piaceva ed imporre la nostra… Se ci pensiamo ora, già diventiamo comici. Ci viene da ridere…”
Aria precaria. Un titolo corto, ma significativo.
“Non siamo noi a doverlo dire, anzi… Ditecelo voi! Cosa vi ha lasciato?”