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Una storia passionale e appassionata, un’emozione teatrale intensa, l’incontro della lingua spagnola, italiana e sarda e due generazioni d’attori per Nozze di sangue di Federico Garcia Lorca in scena mercoledì 15 dicembre al Teatro Mengoni di Magione e giovedì 16 dicembre al Teatro dei Riuniti di Umbertide.
Lo spettacolo replicherà poi mercoledì 19 gennaio al Teatro Caporali di Panicale e giovedì 20 gennaio al Torti di Bevagna.
Garcia Lorca è il massimo poeta di lingua spagnola e uno dei principali rappresentanti del teatro moderno. La sua opera e la sua vita sono intrise sia di vicende brillanti, come l’incontro e le relazioni artistiche con le maggiori avanguardie degli anni venti e trenta, rappresentate da Luis Buñuel e Salvador Dalì, sia di esperienze personali accettate dolorosamente, come l’omosessualità, per la quale, oltre che la sua fede repubblicana, verrà fucilato nel 1936 dai falangisti seguaci di Francisco Franco. Nonostante ciò la sua poesia e il suo teatro hanno resistito alla dittatura diffondendosi in tutta Europa, varcando i confini del tempo sino ai giorni nostri per la sua straordinaria attualità poiché tratta dell’uomo e delle sue passioni elementari in una forte compenetrazione tra sogno e realtà.
Nozze di sangue ne è un esempio per vari motivi, tra tutti quello di proporsi come una tragedia corale, intensamente vissuta non solo dai protagonisti, ma anche dalle molte figure “minori” che, proprio come nel coro della tragedia classica, fungono da commento, o da narratori di quello che non si vede in scena né si può spiegare razionalmente, ma di cui si può soltanto cogliere la fatale necessità. Una tragedia in cui emozioni, sentimenti e passioni sono protagonisti assoluti. Gli uomini e le donne perdono la capacità di controllare il proprio cuore, che diventa motore di un dramma che è nell’aria fin dalle prime battute.
“Nozze di sangue – dice Serena Sinigaglia – è intenso, è scritto benissimo, riesce ad emozionarti, ti cattura con il suo “realismo magico” così fortemente teatrale, è una tragedia classica a tutti gli effetti, anche se è stato scritto nel secolo scorso. Ma, a mio avviso, gli manca il dettaglio fondamentale, o meglio, manca a noi italiani che lo traduciamo dallo spagnolo: la lingua. Se credi che dentro le parole ci siano azioni e pensieri e passioni, allora non puoi esimerti dall’affrontare il problema “quale lingua”. La lingua sarda è stata per me un’illuminazione. La lingua sarda è forse il solo corrispettivo alla lingua di Lorca.”
Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. È possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.
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