Recensione Parole Incatenate
con Claudia Pandolfi e Francesco Montanari
RECENSIONE PAROLE INCATENATE: Un labirinto senza uscita, incalzante e coinvolgente. Claudia Pandolfi e Francesco Montanari hanno portato in scena al Teatro Morlacchi Parole Incatenate un thriller di Jordi Galceran, regalando agli spettatori uno spettacolo diverso dal solito, ma sicuramente altrettanto appassionante. Forse più che di thriller sarebbe giusto parlare di noir o di black comedy -come l’ha definita Montanari- perchè anche se le premesse sono quelle del giallo psicologico, in realtà il sapiente sviluppo della storia riesce a coinvolgere lo spettatore su diversi piani, da quello ansiogeno a quello comico a quello riflessivo, grazie anche alla grande interpretazione degli attori protagonisti. La scenografia è desolata ma allo stesso tempo molto articolata, non ci sono vie d’uscita e quelle che si aprono durante lo spettacolo risultano poi consentire fughe solo apparenti. Tutta la storia è giocata sulla psicosi di un uomo che non accetta la fine del legame con sua moglie e la tiene segregata con la speranza che lei riesca a guarire la sua malattia. Il tema della violenza sulle donne, oggi così attuale, è qui proposto in chiave forte ma il vero punto centrale delle vicende sembra essere quello della difficoltà propria della nostra generazione, di saper gestire un matrimonio o un rapporto di coppia, delle dinamiche negative che si instaurano e portano alla fine dei legami stessi. Il risultato è un percorso che i due protagonisti intraprendono quasi con la volontà di arrivare ad una sorta di catarsi dagli errori commessi, dalle bugie dette e dagli inganni subiti. Alla fine una di quelle porte si aprirà ma, proprio come accade nella vita, nessuno saprà davvero se si tratta di una fine o di un nuovo inizio, di una via d’uscita o di una condanna eterna.
Intervista a Francesco Montanari, Parole Incatenate | Fil Rouge Web Tv