Teatro Stabile dell’Umbria
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Recensione Skianto
con Filippo Timi
UNO SKIANTO QUESTO TIMI
Filippo Timi ci aveva abituati a ridere con i classici: dal suo “Romeo e Giulietta” alle mille risate del “Don Giovanni”. Quest’anno l’attore-regista perugino è tornato sul palcoscenico del “suo” Morlacchi con Skianto.
Fedele al suo stile, con voluti eccessi mescolati a una poesia intima e intensa, Timi ha recitato così bene il suo personale e sincero monologo, da lasciare stupiti anche i suoi più grandi affezionati. Il tema trattato è quello della disabilità, mentale e fisica, raccontata da chi ha testa per capirla ma non voce per raccontarla e gambe per sfuggirvi.
Timi si è ispirato alla sua personale vicenda di ragazzo costretto a fare i conti con molti disagi personali, ma soprattutto all’esperienza di sua cugina Daniela, cerebrolesa dalla nascita, con la quale ha avuto un rapporto particolare, basato su un affetto sincero nel tentativo di capire cosa si provasse stando dall’altra parte. Skianto ti sussurra all’orecchio che il problema più grande di chi ha un handicap è l’incapacità di comunicare alla pari, di avere gli stessi sogni degli altri e di non riuscire ad esprimerli, a farsi capire. Non c’è la parola, non c’è il movimento ma c’è una vista acuta, un pensiero profondo e una gran voglia di vita e di normalità, che convivono col grande dispiacere di essere costretti a tenere i propri cari, amati nel profondo, attaccati ad una grande vergogna e sofferenza. Quel “ragazzo con la testa sigillata” è un handicapato portatore sano di vita, di speranza e di amore che, tra lacrime e risate, cerca di coinvolgere gli spettatori nel delicato processo di comprensione e soprattutto di accettazione. Uno Skianto vero e proprio in un mondo tanto più vicino di quello che si possa pensare, perché, come dice lo stesso Filippo (nello spettacolo usa il suo vero nome e cognome, ndr), questo problema può toccare chiunque, la sua famiglia è quella di chiunque, di quelle che il sabato sera era “Fantastico”, con i balli di Heather Parisi, le canzoni di Renato Rascel e il pomeriggio era “Candy Candy”.
Skianto è divertente ed emozionante e porta sempre più impressa la firma di un grande Timi che si dimostra in grado di portare in scena un suo personale modo di fare teatro e di concepire il palcoscenico in una maniera che non ha eguali nel panorama italiano. Divagazioni strane, apparentemente fuori luogo, si mescolano ad un testo emotivamente intenso, arricchito dalla straordinaria musica e voce di Andrea Di Donna per un connubio di grande valore.
Skianto prosegue al Teatro Morlacchi venerdì 12 ore 21.00, sabato 13 ore 18.00 e domenica 14 ore 17.00.
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