Iniziamo dal finale: un tifoso si avvicina a Loris Capirossi con una penna e un foglio di carta. Sono le ore 14:40, è lunedì 22 dicembre 2008. Siamo a Bastia Umbra, al Centro San Michele Arcangelo: il campionissimo della MOTOGP sta uscendo dal padiglione al coperto dopo aver presenziato all’inaugurazione della Casa di Jonathan a Villaggio XXV Aprile, una nuova struttura realizzata a favore dei ragazzi disabili dell’associazione Il Giunco. Loris ha posto la bandiera tricolore sulla casa, firmato autografi a tutti, risposto alle interviste e scattato foto in posa e sorriso, ascoltato discorsi ufficiali e appelli alla solidarietà. Sempre disponibile, un po’ emozionato, i ragazzi lo circondano e lo sommergono di applausi e ringraziamenti. Quando sta per riprendere la sua auto e tornare ai suoi impegni, dicevamo, ancora qualche scatto e qualche parola, e quel signore di cui dicevamo che gli chiede l’ultimo autografo. Loris si ferma e prova a scrivere, ma la penna non funziona. Senza pensarci troppo si allontana, entra nella sua auto e mentre qualcuno già pensa che sarebbe partito, torna dal suo tifoso con un’altra penna in mano. Scrive la sua dedica e riparte dopo l’ennesimo sorriso e l’ultima stretta di mani, in una giornata di sole che diventa ancora più luminosa. Il Campione è un uomo fuori dalla norma, dalle doti sportive ma soprattutto umane immense, infinite, assolute. Loris lo descrivono come uno sportivo di successo atipico lontano da atteggiamenti di protagonismo e presenzialismo tanto cari ad alcuni suoi colleghi centauri. Cerchiamo di capire perché, oggi che abbiamo la possibilità di ascoltare le sue parole e provare a entrare nei suoi pensieri.
Loris come mai a Bastia Umbra? Raccontaci tutto…
«Sono qui per questa iniziativa a favore dei ragazzi che hanno bisogno del nostro aiuto. Oggi sulla Casa di Jonathan abbiamo posto una bandiera, speriamo di vedere finita quest’opera quanto prima».
Oggi sei testimonial di molti marchi importanti e la tua attività agonistica è sempre di altissimo livello. Cosa ti ha spinto ad accettare questo invito per una iniziativa di solidarietà?
«Sono orgoglioso di essere qui. Io amo le persone che si danno da fare per questo genere di situazioni. Chi ha davvero bisogno sono questi ragazzi svantaggiati. Se ce la mettiamo tutta e tutti insieme, i risultati arriveranno presto».
Sei già stato in Umbria? Cosa ne pensi della nostra terra?
«È la seconda volta che vengo in Umbria e devo dire che mi piace molto questa regione. Il paesaggio, la spiritualità, la gente, la cucina… tutto davvero indimenticabile. La mia prima gara l’ho corsa all’autodromo di Magione. In quell’occasione non vinsi, ma è sempre un ricordo importante».
A proposito di moto, anche a giochi fermi si parla e si ipotizza. Alcuni prevedono modelli più vicini alle moto di serie…
«Devo dire che negli ultimi anni lo sviluppo ha portato i prototipi a livelli altissimi. Forse un po’ di equilibrio e qualche accortezza può regalarci gare e campionati più avvincenti e spettacolari».
Personalmente hai qualche rimpianto per la fine dell’esperienza in Ducati? Stoner ha raccolto i frutti del tuo splendido lavoro…
«Nessun rimpianto, assolutamente. Sono stati cinque anni belli e produttivi. Ma le storie finiscono…»
Si dice che il tuo rapporto con Valentino Rossi ultimamente non sia più buono come un tempo…
«Mai stato migliore di adesso».
Tu sei il recordman fra i piloti in attività: 273 gare all’attivo. Cosa pensi delle giovani promesse italiane, e di Marco Simoncelli in particolare?
«Il movimento nazionale è di ottima caratura già da alcuni anni, alcuni piloti giovani hanno iniziato vincendo, ma confermarsi ad alti livelli dopo le prime vittorie non è semplice. Di certo Simoncelli ha fatto un grande campionato, però ha tanta strada da fare. Le premesse sono molto buone, vedremo…»
Progetti per il tuo futuro?
«Una grande stagione con la Suzuki…»
il Campione oggi non era in sella alla sua moto. Eppure nel suo palmares, alla data 22 dicembre 2008, Loris Capirossi può segnare una vittoria in più, una di quelle che la gente non dimentica.